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Ecco come i registrar chiedono cifre esorbitanti per il rinnovo di un dominio

Ecco perché ho pagato un dominio 88 centesimi ed ora vogliono 50 euro per rinnovarlo una volta che è stato avviato.

Il tutto incomincia alle 18:00 del 25 agosto. Sono andato su un sottodominio del mio sito (mait.tech) per creare un nuovo progetto ed ho trovato una pagina di cortesia di Namecheap (il mio registrar) con tanta pubblicità.

Ma andiamo per ordine: un registrar è un’azienda che vende i domini internet (soprattutto online ma non è detto). Paga al registro, che tiene l’elenco di tutti i domini internet, una tariffa a forfait (di solito 1000 euro) per registrare un numero definito (da un accordo tra i due) di domini. Ogni TLD, che sarebbe l’estensione del dominio internet (tipo .it, .com, .org, .net), ha un suo registro dedicato anche se un’azienda potrebbe essere l’affidataria di più TLD.

L’ICANN è un ente internazionale (sotto il controllo del Dipartimento del Commercio degli USA) che si occupa di decidere quali devono essere i nuovi TLD.

Ritornando alla nostra storia, mi sono ricordato che il mio dominio scadeva il 23 agosto ed ho scoperto che è entrato nel grace period, chiamato autoRenewPeriod dall’ICANN, che va dalla scadenza a 20 giorni dopo di essa. Il registrar anticipa i soldi del rinnovo al registro che gli vengono restituiti nel caso il registrante non rinnovasse il dominio.

Ho aggiunto il dominio nel carrello per il rinnovo, ma ho scoperto la dura verità: il rinnovo costa ben 40 euro. Io, per acquistare il dominio, ho pagato 88 centesimi.

Nella schermata di acquisto era presente solo un riferimento al prezzo originale ma non era indicato chiaramente che bisognasse pagare così tanto per rinnovare il dominio.

Oggi acquistare un dominio .tech da Namecheap osta circa 4 euro

Allora ho contattato l’assistenza, che mi ha detto che «è impossibile ottenere il dominio ad un prezzo minore». Ho provato a seguire la procedura per trasferire il dominio, ma quando provavo a richiedere il codice di autorizzazione per il trasferimento mi rimandava alla pagina principale.

La procedura è stata fatta manualmente dall’assistenza che mi ha mandato una mail poco dopo con l’authcode (il codice di autorizzazione per trasferire il dominio).

Mi sono messo, quindi, alla ricerca di un registrar che offrisse un prezzo conveniente per un nome di dominio .tech, un TLD abbastanza particolare e non molto diffuso.

Ho trovato su GoDaddy una promozione che offriva domini .tech a 10 euro ma mi sono accorto che nella promozione (valida solo per il primo anno, come sempre) non erano compresi i trasferimenti.

Ho contattato l’assistenza telefonica che mi ha detto che i domini .tech hanno questo prezzo stabilito dal registrar che ammonta addirittura a 70 euro e che le offerte sono valide solo per la prima registrazione (come scritto nella pagina). Per questo motivo non mi avrebbe potuto praticare un prezzo scontato (che avrebbe potuto farmi per altri servizi).

Allora ho pensato di attendere la scadenza del dominio e di ri-registrarlo una volta scaduto, ma ho scoperto che i tempi sono lunghissimi: ben 20 giorni per la scadenza del grace period e 80–120 giorni per la cancellazione del dominio. In questo periodo c’è un’asta sul dominio (che potrebbe essere vinta da qualcuno). Secondo Namecheap nella maggior parte dei casi l’asta termina con successo.

Durante il periodo dell’asta il registrante può ancora recuperare il dominio pagando una tassa di rimborso.

Ho scritto all’assistenza per chiedere se si potessero accelerare i tempi ma mi hanno detto di no.

Perché sarebbe una presa in giro?

Nelle operazioni commerciali dei registrar non viene molto pubblicizzato il fatto che quello è un prezzo valido solo per il primo anno.

Dopo aver registrato un dominio a quel prezzo molto vantaggioso possono essere fatte proposte di rinnovo ad un prezzo molto più alto del prezzo pagato all’inizio. Vi faccio altri esempi di situazioni che mi sono capitate.

Con GoDaddy, due domini me li fecero pagare 6 euro l’uno. L’anno dopo mi proposero un rinnovo a 15 euro.

Con Register.it, invece, acquistai due domini .info a 90 centesimi l’uno. L’anno dopo mi proposero il rinnovo a ben 35 euro. Qui trovate il listino prezzi che testimonia i prezzi di rinnovo esorbitanti (sul sito trovate le promozioni).

Ancora con Register.it acquistai altri due domini (uno .it ed uno .info) a prezzi bassissimi (non ricordo quanto, ma non superavano i 10 euro totali). L’anno dopo mi proposero il rinnovo a 35 euro. Oggi quei domini sono ancora in stallo e sto aspettando la cancellazione.

Di nuovo con Register.it acquistai un dominio .it a 2 euro. L’anno dopo mi proposero il rinnovo ai soliti 35 euro, ma un amico mi consigliò un espediente che mi fece risparmiare e mi fece pagare il rinnovo 9 euro.

Basta trasformare il dominio standard (che ha funzioni, spesso inutili, come un piccolo spazio hosting di pochi MB) in un dominio express che ha il costo di 9 euro.

La procedura è semplice, bisogna recarsi nella schermata di cancellazione del dominio e fare per cancellare, subito il sistema proporrà la trasformazione in express.

Una nota positiva di Register.it è l’assistenza, che ha subito rimborsato un rinnovo automatico non voluto (a 50 euro, per un dominio pagato 10).

La prossima volta che comprate un dominio, vi consiglio di stare attenti a queste tariffe esorbitanti. Ho trovato OVH.it che propone buoni prezzi di rinnovo ma devo valutarlo approfonditamente.

Ma come è continuata la vicenda?

Il dominio è ancora in attesa, è molto probabile che venga venduto (è di sole 4 lettere, quindi molto appetibile). In questo modo perdo un link di riferimento che ho distribuito per molto tempo in giro. Sto valutando molte altre alternative.

Se vuoi seguirmi, ti consiglio di iscriverti alla mia newsletter, che rimarrà sempre lì dove sta :-). In questo periodo l’ho un po’ trascurata un po’ per colpa di questi problemi un po’ per colpa di altri, ma riprenderò a pubblicare in brevissimo tempo.


Grazie per aver letto il mio articolo! Se ti è piaciuto lascia qualche clap.

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5 consigli per costruire un buon progetto

Che si voglia pubblicare un libro, aprire un sito web o un forum è necessario avere un buon seguito di utenti.

Ragionando su quali fossero i passi da seguire per costruire un buon progetto, mi sono venuti in mente questi piccoli suggerimenti, forse già sentiti e risentiti, che ho deciso di raccogliere in questo articolo.

Per aprire un sito, pubblicare un libro, un network Telegram e molto altro ancora è importantissimo costruirsi una buona community di fondo che ti segua e condivida il tuo progetto anche espandendolo e migliorandolo.

1. Chiedi un parere a chi già ti sostiene

Che si tratti di parenti, amici, conoscenti o la community del tuo sito attuale, devi sempre chiedere un parere a chi già ti sostiene invitandoli a diventare parte attiva del tuo progetto, a seguirti ed a diffondere il tuo progetto.

Se stai scrivendo un libro, per esempio, regala a chi già ti sostiene una copia digitale del libro e chiedi di segnalare eventuali errori e di esprimere un punto di vista. Se riuscirai a risolvere le problematiche che ti segnalano, potrai anche sperare che ti lascino una recensione positiva.

Ricordati sempre, anche quando avrai pubblicato il tuo progetto, di dare ai tuoi lettori la possibilità di esprimersi, contattandoti (per darti suggerimenti) o commentando.

2. Rendi il tutto accattivante ed offri un valore aggiunto

Il tuo sito deve avere una buona grafica, il tuo libro una buona impaginazione.

Le tue call-to-action devono essere convincenti ed accattivanti.

È meglio Iscriviti ora per ricevere tutti gli aggiornamenti oppure Iscriviti ora per ricevere un ebook gratuito?

Ebbene, cerca sempre di offrire un valore aggiunto ai tuoi iscritti e di dare loro quello che cercano.

Per esempio se hai un blog sulla cucina puoi rilasciare un libro di ricette solo per gli iscritti oppure puoi dedicare loro contenuti esclusivi, approfondimenti speciali, video riservati.

Può succedere che scarichino il libro e se ne vadano come può anche succedere che rimangano iscritti e diventino tuoi seguaci vedendo la cura che dedichi ai tuoi contenuti.

3. Dedica cura ai contenuti

Pubblica regolarmente contenuti per farti seguire dai tuoi lettori, ma cerca di stare attento.

Pensa alla SEO ma non troppo

È normale che per ottenere più seguaci sia necessario che il tuo progetto sia ben indicizzato in Google. Per migliorare l’indicizzazione è normale che tu ricorra alla SEO.

Cerca sempre di ottimizzare il tuo sito, ma evita di pensare solo a quello. Dedica la maggior parte del tuo tempo ai tuoi contenuti.

Aspetta quanto necessario

Non avere fretta di pubblicare i contenuti appena preparati. Dedica più tempo possibile alla rilettura del tuo contenuto e all’approfondimento dei temi trattati.

«Senza sacrifici non si possono mai ottenere buoni risultati.»

Pensa in grande, agisci nel piccolo

Cura i dettagli per bene, ma poniti dei grandi obbiettivi. Non lasciare nulla al caso e pensa sempre a cosa direbbe il lettore. Lavora con calma sui piccoli errori e sulle piccole cose.

Insegui però i grandi obbiettivi che ti sei posto e tenta di raggiungerli: serviranno a spronarti sempre a fare di meglio.

4. Trova il giusto target ed evita le fotocopie

Una cosa importante è trovare il giusto target a cui rivolgerti, per trovare un tuo posto nel mondo. Lo puoi fare facendo ricerche su Google sui tuoi concorrenti, lo puoi fare diffondendo un sondaggio e lo puoi fare in altri mille modi diversi. L’importante è trovare quello giusto ed applicarlo al tuo progetto.

Altra cosa importante è evitare di fare una fotocopia. Per esempio, non aprire un’enciclopedia online libera e collaborativa quando sai che esiste Wikipedia da molto più tempo. Potresti aprire un’enciclopedia su un argomento specifico (con Wikia per esempio).

Evita anche i blog fotocopia (concentrati su un particolare ambito che conosci bene o proponi una versione innovativa ed una veduta innovativa sui fatti) ed i libri fotocopia.

5. Non esagerare con gli annunci

Evitare di esagerare con gli annunci pubblicitari può aiutare a far sì che le persone seguano il tuo progetto e lo preferiscano ad altri.

Se vuoi guadagnare con il tuo progetto, pensa ad altre forme di guadagno come per esempio una donazione o un abbonamento con contenuti extra per gli iscritti, ma non essere mai troppo assillante e non incentrare i tuoi contenuti su questo scopo.

Ricordati che il tuo scopo deve essere quello delineato nel punto 4.

Usa gli ad-block blocker con attenzione

Se proprio vuoi mettere un ad-block blocker sii sincero nella pagina a cui vengono reindirizzati gli utenti e spiega che anche tu sei un utente del web a cui non piacciono gli annunci invasivi e che usi solo annunci leggeri.

Ti consiglio di offrire un abbonamento mensile di un pochi euro per eliminare gli annunci, ma non ti aspettare grandi numeri.

Stessa cosa se metti un tasto per le donazioni: non ti aspettare grandi cifre dai tuoi utenti.

Anche gli annunci a volte si potrebbero rivelare fallimentari.

Ulteriori approfondimenti

Se vuoi ulteriori approfondimenti su quanto scritto in questo articolo puoi leggere queste interessanti pagine.

2. Rendi il tutto accattivante ed offri un valore aggiunto

3. Dedica cura ai contenuti

4. Trova il giusto target ed evita le fotocopie

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Telegram

Telegram pubblica i termini e condizioni per i client alternativi

Ecco quali sono le condizioni poste da Telegram e cosa rischiano gli sviluppatori se non rispettano le regole

Irangram, uno dei client alternativi a Telegram per sistemi operativi desktop — fotografia di Martin Ligabue, licenza CC-BY-SA 4.0

Durov ha annunciato con un post sul suo canale l’arrivo dei nuovi termini e condizioni per i client alternativi. I client alternativi che usano le API di Telegram sono moltissimi e svariati.

Uno dei più famosi è l’iraniano Mobogram che sarà costretto (insieme ad altri client) a disattivare la ghost mode, ma andiamo ad esaminare nel dettaglio cosa dicono questi ToS.

Vietato interferire

Il punto principale dei ToS è proprio questo:

1.4. It is forbidden to interfere with the basic functionality of Telegram. This includes but is not limited to: making actions on behalf of the user without the user‘s knowledge and consent, preventing self-destructing content from disappearing, preventing last seen and online statuses from being displayed correctly, tampering with the ’read‘ statuses of messages (e.g. implementing a “ghost mode”), preventing typing statuses from being sent/displayed, etc.

Significa che è vietato interferire con le funzionalità base di Telegram e parla esplicitamente di Ghost Mode.

In un suo tweet Durov ci aveva anticipato questa imposizione. Infatti diceva che Mobogram fosse poco aggiornato (e lo è, visto che si riferiva ad una “falsa” versione pubblicata sul Play Store) che questi client avrebbero dovuto rimuovere funzionalità come la Ghost Mode.

È innegabile, comunque, che Mobogram (l’app originale ma anche l’app “finta” del Play Store) non rispetti i termini con cui è condiviso Telegram perché non ha a sua volta rilasciato il codice sorgente modificato mentre la GNU GPL 2.0 parla chiaro. La stessa cosa è stata fatta da altri client iraniani.

Monetizzazione

Un’altra parte dei ToS parla di monetizzazione e dice che i developer possono monetizzare la propria applicazione attraverso annunci o in altri modi legittimi, se menzionano il tutto nella descrizione dell’app negli store.

3.1. Developers are allowed to monetize their coding efforts through advertising or other legitimate means.
3.2. If you decide to monetize your app, you must clearly mention all the methods of monetization that are used in your app in all its app store descriptions.

Come Telegram si difenderà dalle violazioni dei ToS

Gli ultimi punti dei ToS parlano chiaro:

4.1. If your app violates these terms, we will notify the Telegram account responsible for the app about the breach of terms.
4.2. If you do not update the app to fix the highlighted issues within 10 days, we will have to discontinue your access to Telegram API and contact the app stores about the removal of your apps that are using the Telegram API in violation of these terms.

Dicono che nel caso in cui un app violi in qualsiasi modo questi ToS l’accesso alle API verrà bloccato (con la revoca del token) e Telegram stessa chiederà agli store di rimuovere l’app.

Telegram ha mandato il 30 agosto 2017 una comunicazione agli sviluppatori registrati dicendo:

Ciao, nome. Stai ricevendo questo messaggio perché sei il creatore dell’app nomeapp (api_id = api_id) che utilizza l’API di Telegram. Abbiamo recentemente aggiornato i Termini di Servizio per l’utilizzo della nostra API da parte dei client di terze parti.

Per favore assicurati che la tua app sia pienamente conforme a queste regole: https://core.telegram.org/api/terms

Le app che violano i Termini di Servizio saranno rimosse dagli app store e l’accesso all’API di Telegram sarà negato.

Maggiori dettagli:
https://t.me/durov/58

Molto probabilmente i 10 giorni partono dalla data di invio dei messaggi, che sono arrivati in contemporanea a tutti gli sviluppatori registrati (almeno a quelli italiani).

Gli altri punti dei termini parlano sostanzialmente di quanto già detto: l’app non può contenere il nome “Telegram” nel nome a meno che non sia seguito dalla scritta unofficial, non potrà usare il logo di Telegram e dovrà rispettare i criteri di sicurezza.

Al momento, però, non tutti i client si sono adeguati.


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