Categorie
Informatica

Nintendo: presentata a sorpresa la nuova Nintendo 2DS XL

È stata annunciata oggi la nuova console di casa Nintendo completamente rinnovata

A sorpresa, Nintendo ha presentato la nuovissima New Nintendo 2DS XL successore della precedente versione della console.

Le due versioni a confronto

La nuova Console è dotata delle caratteristiche tradizionali della New 3DS XL (ad eccezione del 3D, naturalmente). Abbiamo però un rinnovo totale nel designe rispetto alla precedente edizione. Finalmente con chiusura a conchiglia e designe simile alla controparte.

Ecco qui l’interno della nuova console. Credits: Nintendo

La console sarà disponibile dal 28 Luglio sul mercato internazionale, lo stesso giorno di Miitopia. In Nord America il prezzo consigliato per i rivenditori è di $199,99 (180 euro circa).

Un’altra grande novità arrivata oggi è il nuovissimo Mario Kart. Vi invito a vedere il video sulle reazioni della stampa (recensione completa a breve).

Categorie
Informatica

Dal 15 giugno il roaming in Europa sarà gratuito

Sede del Consiglio — Di Antoine Meissonnier — Opera propria, CC BY-SA 3.0, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=27665712

È ufficiale. Il Consiglio dell’Unione Europea ha approvato il provvedimento che consente di chiamare, messaggiare o navigare in Internet in qualsiasi paese dell’Unione Europea senza sovraprezzi.

Il roaming senza sovrapprezzo, o roaming a tariffa nazionale (“roam like at home”), si applica a coloro che vivono in Europa e si recano in altri paesi dell’UE per lavoro o per svago.” dice il comunicato stampa del Consiglio.

Non sarà possibile, quindi, sfruttare il provvedimento per abbonarsi in un altro paese ad un prezzo più vantaggioso.

Il provvedimento entrerà in vigore entro la data del 15 giugno 2017 (o anche prima).

Qui il comunicato stampa del Consiglio Europeo e qui il provvedimento integrale in PDF.

Categorie
Informatica

LinkedIn vuole vedere quali sono i dispositivi vicini anche quando l’app non è in esecuzione

Una nuova versione di LinkedIn per iOS richiede l’autorizzazione all’utilizzo del Bluetooth per vedere quali sono i dispositivi vicini anche quando l’app non è attiva.

Un informatico, Rik Ferguson, ha condiviso l’immagine della richiesta su Twitter.

Un altro utente ha postato una versione della stessa richiesta in un’altra lingua:

Sembra che le richieste appaiano dopo l’aggiornamento 9.1.25 che aveva come changelog “Correzioni di bug e miglioramenti”.

Nel frattempo, LinkedIn ha dichiarato ad El Reg:

“In order to help our members more easily connect with one another, we’re exploring an opt-in “find nearby” feature that will help them find other members nearby. This will be an opt-in experience and members will have control of when their location is used for this feature. A prompt to enable Bluetooth on our iOS mobile app went out in error to a small group of LinkedIn members. We are working on a fix immediately and we apologise for any confusion.”

La modifica servirebbe, quindi, per attivare una funzione chiamata “find nearby” (cioè trova [amici] vicino [a te]). La richiesta di utilizzare il Bluetooth sarebbe stata mostrata per errore ad un piccolo gruppo di utenti LinkedIn.

Rik Ferguson non è però d’accordo:

Infatti, dopo queste dichiarazioni sarebbe stato rilasciato un nuovo aggiornamento con lo stesso changelog del precedente che molto probabilmente elimina la richiesta di utilizzo del bluetooth.

Ricordo che LinkedIn è diventata una società di Microsoft e che si prospetta un aggiornamento dei termini e condizioni di servizio.

Fonte aggiuntiva: The Register

Categorie
Informatica

Uber riesce ad identificare i telefoni anche dopo che l’app è stata disinstallata

Attraverso una pratica, chiamata fingerprint, UBER poteva identificare i telefoni iOS individualmente, anche dopo che l’app fosse stata disinstallata (o dopo che il telefono fosse stato resettato). Questo tipo di pratica è vietato dall’azienda di Cupertino ed in un incontro con il CEO di Uber, Tim Cook ha minacciato di rimuovere l’applicazione dallo store.

Localizzando la posizione dei quartieri generali della Apple avevano impedito, modificando il codice, che i dipendenti Apple venissero a conoscenza della cosa ma la violazione delle regole è stata comunque scoperta.

Comunque, Uber ha smesso di continuare a tracciare gli utenti proprio perché minacciati da Apple stessa.

Free-license Image: http://freestocks.org/fs/wp-content/uploads/2016/01/uber_iphone_app.jpg

Fonte: The Verge

Categorie
Informatica Opinioni

La piaga del ransomware

Oggi questo articolo di Paolo Attivissimo mi ha ricordato che il problema ransomware c’è e si fa sentire spesso.

Il mio primo impatto con il ransomware è stato devastante. Mi sono sentito male io per l’altra persona che si è trovata con tutti i dati crittografati.

Il ransomware non ti dà possibilità di scampo. L’unico modo per risolvere definitivamente il problema è pagare il riscatto, ma non cedere, perché altrimenti si farebbe il gioco dei criminali, che in alcuni casi non rispettano neanche le proprie promesse.

Se nessuno di noi pagasse, i criminali non sarebbero più interessati a produrre malware del genere. Purtroppo però c’è gente che paga.

Perdere tutti i dati non è un’esperienza molto bella per un’azienda. Ce lo racconta l’articolo di Attivissimo, ce lo racconta la nostra esperienza personale.

Se siamo fortunati, ma molto molto molto, i dati sono decrittabili gratuitamente con un decryptor, nella maggior parte dei casi però non c’è alcun decryptor.

Qui si presentano due alternative:A) Salvare i dati su un Hard Disk (poi resettare) ed attendere pazientemente che la chiave di sblocco venga resa disponibile

B) Resettare tutto se i dati non sono importanti e perderli per sempre

Pagare non è fattibile, a mio parere.Prima (ed inalcuni casi anche ora) i criminali chiedevano 2 Bitcoin (criptovaluta digitale di cui parleremo in seguito) per sbloccare tutti i dati, ora ne chiedono molti di meno ovviamente, per un semplice motivo. Fino a due anni fa un bitcoin valeva 250 euro. Sono rimasto anche io stupito quando ho visto la variazione del prezzo della criptovaluta. È arrivata a 1200 euro.

Come potete vedere, tempo fa il bitcoin valeva 200 euro. Ora ne vale 1.200

Di certo è stata una gioia per gli investitori, ma non per chi è stato colpito dalla piaga del ransomware, perché il riscatto ovviamente andrà sempre ad aumentare.

Sotto, invece, la favoletta dell’azienda colpita da ransomware, in esclusiva per voi, da far leggere a vostra nonna/nonno.

La storia dell’azienda colpita da Ransomware

Oggi un’azienda può essere distrutta in 30 secondi. Bastano: un impiegato sprovveduto ed un computer.

Immaginiamo una situazione tipo: l’impiegato entra alle 8:00 nell’ufficio. Annoiato, decide di leggere la posta elettronica aziendale e trova una mail con titolo Fattura e con testo:

Gentile nome.cognomeeco la sua fattura in allegato.Apri file fattura.js per leggere la fattura.

L’impiegato, noncurante, apre felicemente la sua fattura, ma il documento non è che un insieme di parole strane (oppure non si apre nulla). Il nostro impiegato, scontento, riprende la normale lettura della posta.

Un’ora dopo, l’azienda è in crisi.

Il direttore non sa che cosa deve fare, visto che tutti i documenti aziendali sono illeggibili ed i computer sono bloccati con una richiesta in Inglese, che più o meno dice questo:

Il tuo computer è bloccato. Tutti i file saranno criptati e illeggibili fin quando non pagherai un riscatto di 1200 euro in Bitcoin.

Tutti chiamano l’informatico di turno, che riferisce l’amara verità: non è possibile riottenere i dati.

L’azienda, ora, ha due possibilità:

1. Pagare

2. Non pagare e perdere i dati.

Mettiamo che la nostra azienda decida sventuratamente di pagare.

Procede ad inviare i Bitcoin all’indirizzo richiesto. Aspetta un’ora, due ore, tre ore, quattro ore, cinque ore, dieci ore, ventiquattro ore.

Niente. Il codice di sblocco non arriva. Non arriverà mai.

I criminali sono stati così subdoli da non mandare il codice di sblocco. All’azienda non resta altro che conservare i dati in un Hard Disk in attesa di un prossimo rilascio della chiave da parte di esperti informatici.

Ci sono voluti 30 secondi per far partire lo script. Ci vorrà molto lavoro per far ripartire l’azienda, che molto probabilmente fallirà a causa della perdità di tutti i file più importanti.

Per questo, l’unico modo per salvarsi sempre è fare il backup. Sempre il backup, continuamente, alternato tra dischi diversi, sia in ambito enterprise che in ambito personale. Il backup è quella cosa che andava fatta prima, è vero, ma è anche quella cosa che si può fare adesso.

“Ransomware is unique among cybercrime because in order for the attack to be successful, it requires the victim to become a willing accomplice after the fact”— James Scott