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Il timbro che manca


Luogo: ufficio abbonamenti Amtab

– Buongiorno.

– Salve.

– Vorrei richiedere il tesserino studenti, ecco tutta la documentazione compilata.

– Per l’anno 2019-2020?

– Sì, certo.

– Ah, mi dispiace. Manca il timbro per quest’anno. Ritorna a Settembre inoltrato-Ottobre.

Sipario

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Un applauso ad Axel Voss

Facciamo tutti un applauso al nostro caro amico Axel Voss (su forza, vi voglio sentire forte), che dopo anni di lavoro, ieri è riuscito a far approvare la sua tanto sognata direttiva sul diritto d’autore nel mercato unico digitale europeo!

Gli intenti della riforma non sono così malvagi: aveva lo scopo di riordinare il diritto d’autore in modo uniforme in tutta Europa, che però è stato già mancato perché si tratta di una direttiva e non regolamento, soggetta all’interpretazione dei singoli stati, che cambierà irrimediabilmente qualche cosa (piccola o grande) rispetto ai contenuti iniziali.

Wikipedia si è oscurata ben due volte contro la riforma, ma è servito solo a sensibilizzare l’opinione pubblica, perché il vero problema di questa riforma sono gli articoli 11 e 13 (ora hanno cambiato numerazione, ma non è importante). Wikipedia potrebbe esserne anche esclusa, ma il problema è costituito proprio dal contenuto di questi articoli. 

L’art. 13 parla di censura coff coff filtro preventivo per la verifica delle violazioni di copyright sulle piattaforme che contengono materiali caricati dagli utenti (in pratica è stata fatta per colpire Youtube, ma dato che Youtube questo tipo di filtro ce l’ha già e comunque non ha problemi a procurarsene uno, andrà a colpire solamente i provider più piccoli che non hanno a disposizione questo tipo di sistemi).

L’articolo da cui non si salva nessuno, neanche Wikipedia, è l’11. Non sono ancora riuscito a capire come abbiano fatto a sognarsi un’idiozia del genere, eppure siamo qui a discuterne, purtroppo. L’art. 13 parla di “link tax” e mira, praticamente, a chiedere una tassa ai servizi come Google News, pretendendo un pagamento per i piccoli, brevi estratti degli articoli giornalistici che vengono visualizzati. Ovviamente Google ci guadagna miliardi di miliardi di miliardi di euro su quei brevi snippet. Sono così tanti i soldi che guadagna che ha già chiuso Google News in Spagna (a causa di una legge simile approvata qualche tempo fa dal parlamento spagnolo) e spero che lo chiuda in tutta Europa, in modo che le lobby dell’editoria che hanno voluto questa riforma (perché, non illudiamoci, pressione c’è stata da entrambe le parti) possano raggiungere il loro scopo ed invece di riempirsi le tasche, si ritrovino con il -60% di visualizzazioni dei loro articoli. 

Ciò che spetta ai creatori dei contenuti deve essere assolutamente versato, ma questa è un’esagerazione da cui (al massimo, ma credo proprio no) guadagneranno pochi e guadagneranno poco, per perderci tutti insieme. 

Io ho già i popcorn pronti.


Che poi, dicono mercato unico digitale europeo, ma internet è mondiale…

Grazie a Martin, il mio fidato correttore di bozze <3

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Sulla vicenda dei due rapper arrestati

Come saprete, due rapper sono stati arrestati per aver tentato di rapinare un fan. 

Uno di loro, soprannominato Gallagher, ha scritto su instagram che sono tutte fake news diffamanti e che avrebbe agito giudizialmente d’intesa col suo legale.

Certo che deve agire d’intesa col suo legale! Deve affrontare un processo per rapina ed è già agli arresti domiciliari, più “vie legali” di così si muore.

Il complice (?) collega non si è espresso.

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Informatica Opinioni

Una questione di comodità

A cosa serve un display da 7,3 pollici quando ne userai sempre uno da 4,58?

A cosa serve passare da un display più grande ad uno più piccolo se tanto poche  applicazioni delle due miliardi e seicentomila contenute nel Play Store garantiranno fluidità nel passaggio?

Penso che siano queste le due problematiche principali (oltre alle eventuali difficoltà tecniche ed estetiche, come il gap tra i due schermi) del nuovo Galaxy Fold.

Sicuramente Samsung stipulerà accordi per far adattare almeno le app più popolari ed utilizzate, ma alla maggior parte non importerà di sfruttare le caratteristiche del nuovo dispositivo, perché quasi l’intero mercato non ne ha bisogno.

Nella maggior parte dei casi non si penserà neanche di aprire il display (o lo si terrà sempre aperto) per il semplice fatto che non se ne sentirà la necessità. 

Resta un’ultima annosa problematica, il prezzo: perché spendere 1900 euro per avere 7 pollici quando con la metà hai un sei pollici della stessa marca o phablet più grande di un’altra azienda, che non devi aprire e chiudere manco fosse un telefonino a conchiglia? 

In realtà è tutta una questione di comodità, dipende tutto dai gusti e dalle necessità personali, è possibile che ci sia davvero qualcuno che abbia davvero bisogno di un dispositivo più grande rispetto al solito che diventa compatto quando serve metterlo in tasca (anche se sono scettico sul vero spessore che il tutto avrà, dato che il display si curva, non si piega, e serve uno spessore di curvatura). 

Quello che penso è che questa novità abbia bisogno di essere provata e contestualizzata nella vita di tutti i giorni prima di venire osannata. Il mercato saprà giudicare (ed il mercato non perdona).

Piuttosto, il vero interrogativo è: quanti elementi dell’interfaccia andrà a coprire la fotocamera del nuovo Galaxy S10+? 😄

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E con questa Medium mi ha stancato…

Ho accettato i claps, ho accettato a forza il nuovo logo ma questo non l’accetto.

Il cambio di font del titolo di Medium ha rovinato tutto. Anche se potrebbe essere una cosa di poco conto, invece è una cosa che dà fastidio, considerate anche le mie preferenze in fatto di design.

Quindi, ho deciso di aprire un blog, un posto tutto mio dove posso esprimere i miei pensieri con chiarezza a tutti i miei seguaci…. Ok, non mi seguiva nessuno neanche lì perché dovrebbero farlo qui? Almeno ci tento però, spero di riuscire a raggiungere un pubblico leggermente più vasto.

Forse non è stato il cambio di font a condizionare la mia scelta, ma il fatto che non abbia mai avuto il minimo controllo sull’impaginazione grafica dei miei pensieri.

Purtroppo, invece, devo trarre una tristissima conclusione. I miei post più seguiti (400 views a settimana) sono stati quelli riguardanti la guida di Altervistabot, ormai deprecata e non più utilizzabile.

Spero di potervi dire qualcosa di utile in questo mio piccolo angolo di mondo. Nel caso in cui non riesca a farlo, continuate pure liberamente ad ignorarmi.

Un abbraccio a quei pochi che mi seguiranno,

Ferdinando.

Cross-post su Medium e sul mio blog con Ghost.

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Il modem libero è una vittoria di Pirro?

TIM e Vodafone già inseriscono costi di attivazione pari al costo del modem. Mentre i clienti aspettavano il modem libero, gli operatori si sono già organizzati.

Il tanto atteso modem libero è finalmente realtà. L’AGCOM ha approvato una delibera che fa in modo che gli operatori non possano più imporre i propri modem e quindi anche i famosi costi di noleggio e/o di acquisto, consentendo un risparmio in bolletta. Ma è davvero così? Proprio no.

Già da tempo, infatti, i nostri amici sono già corsi ai ripari imponendo costi di attivazione pari (se non superiori) a quelli che comportava l’acquisto e/o noleggio del modem. Il modem (che alla fine vale sempre poco e niente, rispetto ai costi sostenuti) viene offerto in comodato d’uso gratuito.

TIM ti fa pagare il servizio TIM Expert, ad un costo di 5,90€ al mese per 48 rate o varie altre formule di rateizzazione, per un costo totale di 283,20€. Vi ricorda mica il costo del router. Noooooo…..

Vodafone, invece, costringe al pagamento di un costo di attivazione variabile che nella maggior parte dei casi (in assenza di offerte speciali e sporadiche differenti) ammonta a 5€ al mese per 48 mesi. Stessa cosa di sopra.

Fastweb è l’unico che nella maggior parte dei casi non fa pagare costi di attivazione, tranne per l’offerta con Sky.

Infostrada (Wind Fibra) non si è ancora adeguata alla normativa e riporta ancora il costo del modem di 2 euro al mese per 48 mesi, così come 3fibra (sempre Infostrada)

Insomma, alla fine ci sono gli stessi costi e gli operatori hanno trovato un altro modo per farci pagare quello che prima ci facevano pagare tramite il noleggio del modem.

Rimangono ovviamente gli altri vantaggi, come la possibilità di usare un modem di qualità maggiore rispetto a quello fornito dal proprio operatore telefonico.

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Software libero significa anche libertà di disporre completamente di ciò che si possiede

Windows 10 ha diverse applicazioni integrate tra cui: Cortana”, “OneDrive”, “Xbox”, “Edge”, lo “Store” (anche se già presente da Windows 8) e molte altre

Queste applicazioni sono bloatware. Rimuoverle è difficile e quindi la maggior parte degli utenti le accetta senza proteste, perché non abbiamo modo di fare altro. Non abbiamo idea neanche di come operino precisamente, sappiamo solo che ci sono.

Il Software libero è l’unica alternativa a quest’imposizione. Su una distribuzione Linux si può cambiare interamente l’interfaccia grafica o si può cancellare qualsiasi programma preinstallato solo con il terminale (ma anche file di sistema purtroppo, ciò ci ricorda tristi giorni che sarebbe meglio dimenticare).

Il Software Libero, date le libertà fondamentali che lo definiscono in quanto tale, ci consente per definizione di scavare nel profondo della sua anima e di carpirne ogni oscuro segreto senza problemi.

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Ecco come i registrar chiedono cifre esorbitanti per il rinnovo di un dominio

Ecco perché ho pagato un dominio 88 centesimi ed ora vogliono 50 euro per rinnovarlo una volta che è stato avviato.

Il tutto incomincia alle 18:00 del 25 agosto. Sono andato su un sottodominio del mio sito (mait.tech) per creare un nuovo progetto ed ho trovato una pagina di cortesia di Namecheap (il mio registrar) con tanta pubblicità.

Ma andiamo per ordine: un registrar è un’azienda che vende i domini internet (soprattutto online ma non è detto). Paga al registro, che tiene l’elenco di tutti i domini internet, una tariffa a forfait (di solito 1000 euro) per registrare un numero definito (da un accordo tra i due) di domini. Ogni TLD, che sarebbe l’estensione del dominio internet (tipo .it, .com, .org, .net), ha un suo registro dedicato anche se un’azienda potrebbe essere l’affidataria di più TLD.

L’ICANN è un ente internazionale (sotto il controllo del Dipartimento del Commercio degli USA) che si occupa di decidere quali devono essere i nuovi TLD.

Ritornando alla nostra storia, mi sono ricordato che il mio dominio scadeva il 23 agosto ed ho scoperto che è entrato nel grace period, chiamato autoRenewPeriod dall’ICANN, che va dalla scadenza a 20 giorni dopo di essa. Il registrar anticipa i soldi del rinnovo al registro che gli vengono restituiti nel caso il registrante non rinnovasse il dominio.

Ho aggiunto il dominio nel carrello per il rinnovo, ma ho scoperto la dura verità: il rinnovo costa ben 40 euro. Io, per acquistare il dominio, ho pagato 88 centesimi.

Nella schermata di acquisto era presente solo un riferimento al prezzo originale ma non era indicato chiaramente che bisognasse pagare così tanto per rinnovare il dominio.

Oggi acquistare un dominio .tech da Namecheap osta circa 4 euro

Allora ho contattato l’assistenza, che mi ha detto che «è impossibile ottenere il dominio ad un prezzo minore». Ho provato a seguire la procedura per trasferire il dominio, ma quando provavo a richiedere il codice di autorizzazione per il trasferimento mi rimandava alla pagina principale.

La procedura è stata fatta manualmente dall’assistenza che mi ha mandato una mail poco dopo con l’authcode (il codice di autorizzazione per trasferire il dominio).

Mi sono messo, quindi, alla ricerca di un registrar che offrisse un prezzo conveniente per un nome di dominio .tech, un TLD abbastanza particolare e non molto diffuso.

Ho trovato su GoDaddy una promozione che offriva domini .tech a 10 euro ma mi sono accorto che nella promozione (valida solo per il primo anno, come sempre) non erano compresi i trasferimenti.

Ho contattato l’assistenza telefonica che mi ha detto che i domini .tech hanno questo prezzo stabilito dal registrar che ammonta addirittura a 70 euro e che le offerte sono valide solo per la prima registrazione (come scritto nella pagina). Per questo motivo non mi avrebbe potuto praticare un prezzo scontato (che avrebbe potuto farmi per altri servizi).

Allora ho pensato di attendere la scadenza del dominio e di ri-registrarlo una volta scaduto, ma ho scoperto che i tempi sono lunghissimi: ben 20 giorni per la scadenza del grace period e 80–120 giorni per la cancellazione del dominio. In questo periodo c’è un’asta sul dominio (che potrebbe essere vinta da qualcuno). Secondo Namecheap nella maggior parte dei casi l’asta termina con successo.

Durante il periodo dell’asta il registrante può ancora recuperare il dominio pagando una tassa di rimborso.

Ho scritto all’assistenza per chiedere se si potessero accelerare i tempi ma mi hanno detto di no.

Perché sarebbe una presa in giro?

Nelle operazioni commerciali dei registrar non viene molto pubblicizzato il fatto che quello è un prezzo valido solo per il primo anno.

Dopo aver registrato un dominio a quel prezzo molto vantaggioso possono essere fatte proposte di rinnovo ad un prezzo molto più alto del prezzo pagato all’inizio. Vi faccio altri esempi di situazioni che mi sono capitate.

Con GoDaddy, due domini me li fecero pagare 6 euro l’uno. L’anno dopo mi proposero un rinnovo a 15 euro.

Con Register.it, invece, acquistai due domini .info a 90 centesimi l’uno. L’anno dopo mi proposero il rinnovo a ben 35 euro. Qui trovate il listino prezzi che testimonia i prezzi di rinnovo esorbitanti (sul sito trovate le promozioni).

Ancora con Register.it acquistai altri due domini (uno .it ed uno .info) a prezzi bassissimi (non ricordo quanto, ma non superavano i 10 euro totali). L’anno dopo mi proposero il rinnovo a 35 euro. Oggi quei domini sono ancora in stallo e sto aspettando la cancellazione.

Di nuovo con Register.it acquistai un dominio .it a 2 euro. L’anno dopo mi proposero il rinnovo ai soliti 35 euro, ma un amico mi consigliò un espediente che mi fece risparmiare e mi fece pagare il rinnovo 9 euro.

Basta trasformare il dominio standard (che ha funzioni, spesso inutili, come un piccolo spazio hosting di pochi MB) in un dominio express che ha il costo di 9 euro.

La procedura è semplice, bisogna recarsi nella schermata di cancellazione del dominio e fare per cancellare, subito il sistema proporrà la trasformazione in express.

Una nota positiva di Register.it è l’assistenza, che ha subito rimborsato un rinnovo automatico non voluto (a 50 euro, per un dominio pagato 10).

La prossima volta che comprate un dominio, vi consiglio di stare attenti a queste tariffe esorbitanti. Ho trovato OVH.it che propone buoni prezzi di rinnovo ma devo valutarlo approfonditamente.

Ma come è continuata la vicenda?

Il dominio è ancora in attesa, è molto probabile che venga venduto (è di sole 4 lettere, quindi molto appetibile). In questo modo perdo un link di riferimento che ho distribuito per molto tempo in giro. Sto valutando molte altre alternative.

Se vuoi seguirmi, ti consiglio di iscriverti alla mia newsletter, che rimarrà sempre lì dove sta :-). In questo periodo l’ho un po’ trascurata un po’ per colpa di questi problemi un po’ per colpa di altri, ma riprenderò a pubblicare in brevissimo tempo.


Grazie per aver letto il mio articolo! Se ti è piaciuto lascia qualche clap.

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5 consigli per costruire un buon progetto

Che si voglia pubblicare un libro, aprire un sito web o un forum è necessario avere un buon seguito di utenti.

Ragionando su quali fossero i passi da seguire per costruire un buon progetto, mi sono venuti in mente questi piccoli suggerimenti, forse già sentiti e risentiti, che ho deciso di raccogliere in questo articolo.

Per aprire un sito, pubblicare un libro, un network Telegram e molto altro ancora è importantissimo costruirsi una buona community di fondo che ti segua e condivida il tuo progetto anche espandendolo e migliorandolo.

1. Chiedi un parere a chi già ti sostiene

Che si tratti di parenti, amici, conoscenti o la community del tuo sito attuale, devi sempre chiedere un parere a chi già ti sostiene invitandoli a diventare parte attiva del tuo progetto, a seguirti ed a diffondere il tuo progetto.

Se stai scrivendo un libro, per esempio, regala a chi già ti sostiene una copia digitale del libro e chiedi di segnalare eventuali errori e di esprimere un punto di vista. Se riuscirai a risolvere le problematiche che ti segnalano, potrai anche sperare che ti lascino una recensione positiva.

Ricordati sempre, anche quando avrai pubblicato il tuo progetto, di dare ai tuoi lettori la possibilità di esprimersi, contattandoti (per darti suggerimenti) o commentando.

2. Rendi il tutto accattivante ed offri un valore aggiunto

Il tuo sito deve avere una buona grafica, il tuo libro una buona impaginazione.

Le tue call-to-action devono essere convincenti ed accattivanti.

È meglio Iscriviti ora per ricevere tutti gli aggiornamenti oppure Iscriviti ora per ricevere un ebook gratuito?

Ebbene, cerca sempre di offrire un valore aggiunto ai tuoi iscritti e di dare loro quello che cercano.

Per esempio se hai un blog sulla cucina puoi rilasciare un libro di ricette solo per gli iscritti oppure puoi dedicare loro contenuti esclusivi, approfondimenti speciali, video riservati.

Può succedere che scarichino il libro e se ne vadano come può anche succedere che rimangano iscritti e diventino tuoi seguaci vedendo la cura che dedichi ai tuoi contenuti.

3. Dedica cura ai contenuti

Pubblica regolarmente contenuti per farti seguire dai tuoi lettori, ma cerca di stare attento.

Pensa alla SEO ma non troppo

È normale che per ottenere più seguaci sia necessario che il tuo progetto sia ben indicizzato in Google. Per migliorare l’indicizzazione è normale che tu ricorra alla SEO.

Cerca sempre di ottimizzare il tuo sito, ma evita di pensare solo a quello. Dedica la maggior parte del tuo tempo ai tuoi contenuti.

Aspetta quanto necessario

Non avere fretta di pubblicare i contenuti appena preparati. Dedica più tempo possibile alla rilettura del tuo contenuto e all’approfondimento dei temi trattati.

«Senza sacrifici non si possono mai ottenere buoni risultati.»

Pensa in grande, agisci nel piccolo

Cura i dettagli per bene, ma poniti dei grandi obbiettivi. Non lasciare nulla al caso e pensa sempre a cosa direbbe il lettore. Lavora con calma sui piccoli errori e sulle piccole cose.

Insegui però i grandi obbiettivi che ti sei posto e tenta di raggiungerli: serviranno a spronarti sempre a fare di meglio.

4. Trova il giusto target ed evita le fotocopie

Una cosa importante è trovare il giusto target a cui rivolgerti, per trovare un tuo posto nel mondo. Lo puoi fare facendo ricerche su Google sui tuoi concorrenti, lo puoi fare diffondendo un sondaggio e lo puoi fare in altri mille modi diversi. L’importante è trovare quello giusto ed applicarlo al tuo progetto.

Altra cosa importante è evitare di fare una fotocopia. Per esempio, non aprire un’enciclopedia online libera e collaborativa quando sai che esiste Wikipedia da molto più tempo. Potresti aprire un’enciclopedia su un argomento specifico (con Wikia per esempio).

Evita anche i blog fotocopia (concentrati su un particolare ambito che conosci bene o proponi una versione innovativa ed una veduta innovativa sui fatti) ed i libri fotocopia.

5. Non esagerare con gli annunci

Evitare di esagerare con gli annunci pubblicitari può aiutare a far sì che le persone seguano il tuo progetto e lo preferiscano ad altri.

Se vuoi guadagnare con il tuo progetto, pensa ad altre forme di guadagno come per esempio una donazione o un abbonamento con contenuti extra per gli iscritti, ma non essere mai troppo assillante e non incentrare i tuoi contenuti su questo scopo.

Ricordati che il tuo scopo deve essere quello delineato nel punto 4.

Usa gli ad-block blocker con attenzione

Se proprio vuoi mettere un ad-block blocker sii sincero nella pagina a cui vengono reindirizzati gli utenti e spiega che anche tu sei un utente del web a cui non piacciono gli annunci invasivi e che usi solo annunci leggeri.

Ti consiglio di offrire un abbonamento mensile di un pochi euro per eliminare gli annunci, ma non ti aspettare grandi numeri.

Stessa cosa se metti un tasto per le donazioni: non ti aspettare grandi cifre dai tuoi utenti.

Anche gli annunci a volte si potrebbero rivelare fallimentari.

Ulteriori approfondimenti

Se vuoi ulteriori approfondimenti su quanto scritto in questo articolo puoi leggere queste interessanti pagine.

2. Rendi il tutto accattivante ed offri un valore aggiunto

3. Dedica cura ai contenuti

4. Trova il giusto target ed evita le fotocopie

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Informatica Opinioni

La piaga del ransomware

Oggi questo articolo di Paolo Attivissimo mi ha ricordato che il problema ransomware c’è e si fa sentire spesso.

Il mio primo impatto con il ransomware è stato devastante. Mi sono sentito male io per l’altra persona che si è trovata con tutti i dati crittografati.

Il ransomware non ti dà possibilità di scampo. L’unico modo per risolvere definitivamente il problema è pagare il riscatto, ma non cedere, perché altrimenti si farebbe il gioco dei criminali, che in alcuni casi non rispettano neanche le proprie promesse.

Se nessuno di noi pagasse, i criminali non sarebbero più interessati a produrre malware del genere. Purtroppo però c’è gente che paga.

Perdere tutti i dati non è un’esperienza molto bella per un’azienda. Ce lo racconta l’articolo di Attivissimo, ce lo racconta la nostra esperienza personale.

Se siamo fortunati, ma molto molto molto, i dati sono decrittabili gratuitamente con un decryptor, nella maggior parte dei casi però non c’è alcun decryptor.

Qui si presentano due alternative:A) Salvare i dati su un Hard Disk (poi resettare) ed attendere pazientemente che la chiave di sblocco venga resa disponibile

B) Resettare tutto se i dati non sono importanti e perderli per sempre

Pagare non è fattibile, a mio parere.Prima (ed inalcuni casi anche ora) i criminali chiedevano 2 Bitcoin (criptovaluta digitale di cui parleremo in seguito) per sbloccare tutti i dati, ora ne chiedono molti di meno ovviamente, per un semplice motivo. Fino a due anni fa un bitcoin valeva 250 euro. Sono rimasto anche io stupito quando ho visto la variazione del prezzo della criptovaluta. È arrivata a 1200 euro.

Come potete vedere, tempo fa il bitcoin valeva 200 euro. Ora ne vale 1.200

Di certo è stata una gioia per gli investitori, ma non per chi è stato colpito dalla piaga del ransomware, perché il riscatto ovviamente andrà sempre ad aumentare.

Sotto, invece, la favoletta dell’azienda colpita da ransomware, in esclusiva per voi, da far leggere a vostra nonna/nonno.

La storia dell’azienda colpita da Ransomware

Oggi un’azienda può essere distrutta in 30 secondi. Bastano: un impiegato sprovveduto ed un computer.

Immaginiamo una situazione tipo: l’impiegato entra alle 8:00 nell’ufficio. Annoiato, decide di leggere la posta elettronica aziendale e trova una mail con titolo Fattura e con testo:

Gentile nome.cognomeeco la sua fattura in allegato.Apri file fattura.js per leggere la fattura.

L’impiegato, noncurante, apre felicemente la sua fattura, ma il documento non è che un insieme di parole strane (oppure non si apre nulla). Il nostro impiegato, scontento, riprende la normale lettura della posta.

Un’ora dopo, l’azienda è in crisi.

Il direttore non sa che cosa deve fare, visto che tutti i documenti aziendali sono illeggibili ed i computer sono bloccati con una richiesta in Inglese, che più o meno dice questo:

Il tuo computer è bloccato. Tutti i file saranno criptati e illeggibili fin quando non pagherai un riscatto di 1200 euro in Bitcoin.

Tutti chiamano l’informatico di turno, che riferisce l’amara verità: non è possibile riottenere i dati.

L’azienda, ora, ha due possibilità:

1. Pagare

2. Non pagare e perdere i dati.

Mettiamo che la nostra azienda decida sventuratamente di pagare.

Procede ad inviare i Bitcoin all’indirizzo richiesto. Aspetta un’ora, due ore, tre ore, quattro ore, cinque ore, dieci ore, ventiquattro ore.

Niente. Il codice di sblocco non arriva. Non arriverà mai.

I criminali sono stati così subdoli da non mandare il codice di sblocco. All’azienda non resta altro che conservare i dati in un Hard Disk in attesa di un prossimo rilascio della chiave da parte di esperti informatici.

Ci sono voluti 30 secondi per far partire lo script. Ci vorrà molto lavoro per far ripartire l’azienda, che molto probabilmente fallirà a causa della perdità di tutti i file più importanti.

Per questo, l’unico modo per salvarsi sempre è fare il backup. Sempre il backup, continuamente, alternato tra dischi diversi, sia in ambito enterprise che in ambito personale. Il backup è quella cosa che andava fatta prima, è vero, ma è anche quella cosa che si può fare adesso.

“Ransomware is unique among cybercrime because in order for the attack to be successful, it requires the victim to become a willing accomplice after the fact”— James Scott