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La nostra content policy

Microsoft, Meta mettiamoci in mezzo anche OpenAI, Google e le altre grandi aziende del settore pensano di avere il diritto (ma forse anche il dovere?) di decidere cosa sia meglio per noi, costringendoci ad un perenne stato di minorità. E se un tempo le decisioni erano demandate a degli esseri umani, adesso è l’algoritmo a decidere. Accusatore, giudice e boia.

Lo spunto per questa riflessione me l’ha dato il rifiuto opposto da DALL-E 2 e da Bing Image Creator alla mia richiesta di creare un’immagine (per un meme) anche abbastanza innocente. Se questi strumenti sono pensati per essere un supporto alla creatività dell’umano, perché non deve essere appunto l’umano a decidere cosa sia giusto e moralmente corretto? Perché deve essere lo strumento stesso ad imporre il suo punto di vista, quand’anche fosse condiviso o condivisibile, in modo assolutamente insindacabile?

Ovviamente la questione in punto di fatto è una quisquilia (fortunatamente, siamo ancora in grado di realizzare qualcosa a mano, anche se impiegandoci più tempo), ma apre il campo a problemi di ordine più generale che ormai fanno parte della nostra vita quotidiana.

Basti pensare agli algoritmi di moderazione dei social media, luogo dove oggi si svolge purtroppo gran parte del dibattito pubblico e perché no anche della comunicazione tra le persone, che spesso bloccano a ragione, ma tante volte bloccano contenuti legittimi senza alcuna possibilità di appello.

Il legislatore europeo è stato lungimirante e con il Regolamento (UE) sulla protezione dei dati personali, meglio conosciuto come GPDR, ha affermato il diritto di chiunque a “non essere sottoposto a una decisione basata unicamente sul trattamento automatizzato, compresa la profilazione, che produca effetti giuridici che lo riguardano o che incida in modo analogo significativamente sulla sua persona” nonché quello di “di ottenere l’intervento umano da parte del titolare del trattamento, di esprimere la propria opinione e di contestare la decisione”.

Articolo 22
Processo decisionale automatizzato relativo alle persone fisiche, compresa la profilazione

1. L’interessato ha il diritto di non essere sottoposto a una decisione basata unicamente sul trattamento automatizzato, compresa la profilazione, che produca effetti giuridici che lo riguardano o che incida in modo analogo significativamente sulla sua persona.

2. Il paragrafo 1 non si applica nel caso in cui la decisione:
a) sia necessaria per la conclusione o l’esecuzione di un contratto tra l’interessato e un titolare del trattamento;

b) sia autorizzata dal diritto dell’Unione o dello Stato membro cui è soggetto il titolare del trattamento, che precisa altresì misure adeguate a tutela dei diritti, delle libertà e dei legittimi interessi dell’interessato;

c) si basi sul consenso esplicito dell’interessato.

3. Nei casi di cui al paragrafo 2, lettere a) e c), il titolare del trattamento attua misure appropriate per tutelare i diritti, le libertà e i legittimi interessi dell’interessato, almeno il diritto di ottenere l’intervento umano da parte del titolare del trattamento, di esprimere la propria opinione e di contestare la decisione.

4. Le decisioni di cui al paragrafo 2 non si basano sulle categorie particolari di dati personali di cui all’articolo 9, paragrafo 1, a meno che non sia d’applicazione l’articolo 9, paragrafo 2, lettere a) o g), e non siano in vigore misure adeguate a tutela dei diritti, delle libertà e dei legittimi interessi dell’interessato.

Tuttavia, la diffusione che l’AI generativa sta già vivendo e vivrà in futuro, unita all’incontestabilità dell’algoritmo (stavolta anche per l’effettiva impossibilità di un appello umano) non potrà far altro che aprire nuove sfide e mettere a rischio “i diritti, le libertà e i legittimi interessi” di noi tutti.

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Informatica

Il menu accenti non funziona più

Il menu accenti è forse una delle più utili funzionalità offerte da macOS. Si richiama tenendo premuta una lettera e consente di selezionare varie opzioni relative ad accenti e segni diacritici, anche per le lettere maiuscole. È forse quest’ultima opzione che lo rende particolarmente importante per la nostra lingua!

Qualche mese fa però ha incominciato a disattivarsi in modo casuale e senza apparente motivazione. Inizialmente mi sono interrogato sulla questione senza trovare una risposta e ho deciso dunque di procedere nel modo più pigro possibile, cioè dando all’occorrenza il comando per riattivarlo nel Terminale, che riporto qui a vostro beneficio:

defaults write -g ApplePressAndHoldEnabled -bool true

Ad un certo punto mi sono accorto però che il fenomeno si presentava insistentemente quando usavo Parallels Desktop 15, l’ottimo software di virtualizzazione che consente di usare Windows su macOS.

Ho contattato il supporto che ha tagliato corto e mi ha consigliato di provare la versione 16. Effettivamente il problema ha smesso di verificarsi e quindi ho aggiornato definitivamente alla 16 (a pagamento, ovviamente).

Di necessità virtù, però, e così durante il periodo di separazione forzata dal menu accenti ho imparato ad usare anche i comodi shortcut per le lettere accentate maiuscole:

  • È si ottiene con Option (⌥) + Shift (⇧) + E
  • À si ottiene con Option (⌥) + Shift (⇧) + W
  • Ì si ottiene con Option (⌥) + Shift (⇧) + R
  • Ò si ottiene con Option (⌥) + Shift (⇧) + T
  • Ù si ottiene con Option (⌥) + Shift (⇧) + U

Sono dell’idea che usare gli shortcut, quando possibile, consenta a lungo andare di aumentare la produttività, ma ora che l’ho ritrovato, non penso che abbandonerò del tutto il caro menu accenti! 😄

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Informatica

Perché su Mac sento solo dalla cuffia destra o sinistra?

Da quando ho aggiornato il mio Macbook Pro a macOS Big Sur 11.0, l’auricolare sinistra delle mie Airpods Pro ha smesso di funzionare solo su Mac, mentre continuava ad andare benissimo sugli altri miei dispositivi. Reset, controreset e procedure varie non sono erano serviti a niente, così avevo gettato la spugna, persa ormai ogni speranza.

Cercando in giro però ho notato che delle persone con lo stesso problema hanno risolto semplicemente controllando le impostazioni di bilanciamento nella scheda “Uscita” della sezione “Suono” delle Preferenze di Sistema.

In effetti, il bilanciamento era stato completamente spostato verso destra, isolando così del tutto l’auricolare sinistro. Questo cambiamento di impostazioni si è verificato, in misura minore, anche per altre mie cuffie.

Non conosco la motivazione di questa modifica improvvisa e non richiesta, ma magari anche a voi può essere utile sapere che basta spostare uno slider per ritornare a godere appieno delle nostre cuffie.

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Informatica Wikimedia

Un’app per Wiki Loves Monuments Italia

Giocando con Appcelerator Titanium, un framework open source e rilasciato con licenza Apache per lo sviluppo di applicazioni mobile native a partire da una sola codebase, ho realizzato un’applicazione per il concorso Wiki Loves Monuments Italia. Trovate il codice sorgente su https://github.com/ferdi2005/monumenti.

In una settimana, è stato possibile implementare la possibilità di trovare monumenti tramite geolocalizzazione e mostrarli su una mappa, sia qualla di cercare una determinata località italiana (per esempio, Roma) e vedere i monumenti ivi presenti. In più, c’è anche una bellissima scheda per ogni monumento e un simpatico tasto refresh da premere quando ci si sposta, per esempio durante una wikigita.

La documentazione dell’API qui riportata è ferma a qualche versione fa per quanto riguarda il contenuto della risposta, ora c’è qualche parametro in più.

Backend

Ebbene, quando scrivi un’app mobile ti serve anche un backend! Ho deciso quindi di riutilizzare il mio progetto wlm.puglia.wiki ed ho esposto quindi alcune nuove simpatiche API in alcune delle nuove versioni. Quella piccola webapp prima aveva solamente la stessa funzione dell’app e dava la possibilità di trovare i monumenti vicino a sé con Leaflet + OSM, mentre ora svolge anche da backend dell’app. Per ragioni tecniche (non c’era un framework per Appcelerator Titanium), non ho potuto utilizzare OSM anche sull’applicazione mobile, quindi troverete su Android le mappe di Google e su iOS quelle di Apple, ma tutto il lavoro di geocoding è fatto da OSM, precisamente da Mapbox con OSM.

È stato duro anche trovare il modo di far funzionare l’URL di caricamento del monumento, che ora viene restituito insieme alle informazioni del monumento ed è generato miscelando informazioni dalla query SPARQL e dall’esecuzione tramite l’API parse di MediaWiki del Modulo:WLM su Wikipedia!

Trovare i monumenti

Il primo endpoint che ho messo a disposizione, un bel po’ di tempo fa già prefigurandomi l’app, è /monuments.json, che accetta come parametri sia latitude e longitude che city, per cercare invece i monumenti vicino ad una città.

La risposta è di questo tipo, il secondo array rappresenta il centro della mappa, cioé il punto al centro di tutti i risultati o, in caso di città, la localizzazione della città:

[[{"id":34746,"item":"Q61905499","wlmid":"16A6620042","latitude":"41.132779","longitude":"16.838713","itemlabel":"Non creiamo precedenti","image":null,"created_at":"2020-06-07T22:54:03.906Z","updated_at":"2020-06-07T22:54:03.906Z","itemDescription":"Scultura presso lo Stadio della Vittoria","distance":0.69212135568994,"bearing":"109.201534968318"}], [41.13698328712448,16.826640973289223]]

Più informazioni sul singolo monumento

A vostra disposizione c’è anche l’endpoint /show.json che accetta il parametro id corrispondente all’id del monumento che si ottiene attraverso la prima richiesta API. La risposta corrisponderebbe, visitando wlm.puglia.wiki/show.json?id=34746, a:

{"id":34746,"item":"Q61905499","wlmid":"16A6620042","latitude":"41.132779","longitude":"16.838713","itemlabel":"Non creiamo precedenti","image":null,"created_at":"2020-06-07T22:54:03.906Z","updated_at":"2020-06-07T22:54:03.906Z","itemDescription":"Scultura presso lo Stadio della Vittoria","distance":0.69212135568994,"bearing":"109.201534968318"}

Notare che gli ID cambiano ad ogni risincronizzazione del database e questo endpoint è stato creato esplicitamente per fornire le informazioni dall’app.

Indirizzo

Dato che il geocoding a quanto pare non funziona benissimo su iOS, ho predisposto un endpoint API del tipo /address.json che accetta il parametro id, sempre corrispondente all’id del monumento ottenuto sempre nel primo endpoint.

Per esempio wlm.puglia.wiki/address.json?id=34746 risponde:

Piazzale Vittorio Emanuele Orlando, Bari, Bari, 70132, Italy

Ringraziamenti

Siamo ormai giunti alla versione 1.1.3. 😁 Per il raggiungimento di questo risultato mi preme ringraziare i miei fidi beta tester anticipati Yacine Boussoufa e Stupeficium, ma anche il carissimo sviluppatore Titanium Michael Gangolf, che mi ha dato alcuni importanti consigli per l’applicazione

Download

Siete convinti adesso? Mentre risolvo i problemi con la burocrazia per pubblicare su iOS (magari ottenendo lo sconto della quota per il no profit), vi lascio i link per scaricare l’applicazione su Android. Notate che per utilizzare l’app è necessario avere i Google Play Services attivi.

Non dimenticate di lasciare una recensione o un commento, o di scrivermi se avete qualche dubbio!

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Guide Informatica

Siete pronti al DVB-T2?

È giunta l’ora di verificare se la vostra TV sia compatibile con il DVB-T2 o no. Potete farlo in modo molto semplice, andando sul canale 200 o sul canale 100. Se non trovate il canale, neanche dopo una risintonizzazione, o trovate solo una schermata nera, significa che la vostra TV non è compatibile e presto la dovrete cambiare, a seconda di quando avverrà lo switch-off nella vostra regione:

  • dal 1° settembre al 31 dicembre 2021: Valle d’Aosta, Piemonte (Torino), Lombardia (Milano), Veneto, Friuli-Venezia Giulia, Emilia-Romagna, Trentino-Alto Adige;
  • dal 1° Gennaio al 31 Marzo 2022: Liguria (Genova), Toscana, Umbria, Lazio (Roma), Campania (Napoli), Sardegna;
  • dal 1° Aprile al 30 Giugno 2022: Sicilia, Calabria, Puglia, Basilicata, Abruzzo, Molise, Marche.

Dopo lo switch-off, non sarete in grado di vedere più nulla e tutte le trasmissioni avverranno col nuovo standard. Questo porta numerose innovazioni (quella di poter vedere programmi in 4K per esempio) e libera frequenze utili al 5G.

Siete ancora in tempo, inoltre, per richiedere il bonus TV messo a disposizione dal Ministero dello Sviluppo Economico, per comprare una nuova TV o decoder se la vostra non risulta essere compatibile

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Informatica Opinioni

Un termostato intelligente, anche troppo

Qualche anno fa abbiamo deciso di far installare a casa un termostato intelligente Nest perché è più facile da impostare rispetto soliti termostati, ma anche perché volevamo sperimentare una novità.

Sin da subito ha funzionato parecchio bene e si è rivelato molto utile, soprattutto nelle fredde serate invernali, potendo accendere il riscaldamento anche fuori casa, dall’app.

Abbiamo però incominciato a notare una strana attivazione del riscaldamento, specialmente la notte, quando non era invece necessario.

Quindi ho deciso di curiosare nelle impostazioni ed ho notato che era attiva la funzionalità di apprendimento automatico della programmazione, che nel nostro caso non esiste, dato che lo regoliamo in base alle necessità giorno per giorno, progettando quindi un calendario completamente sballato.

Forse per alcuni può risultare utile, ma in questo caso è stato anche “troppo intelligente”!

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Informatica

App Salvatempo: ha chiuso davvero?

Video introduttivo del servizio, successivamente esteso a tutta Italia e sopravvissuto (per un po’) con Coop Alleanza 3.0

Ho notato con dispiacere, dopo aver cambiato telefono, che il servizio Salvatempo per smartphone della Coop è stato disattivato o almeno così sembra, dato che non è possibile effettuare l’attivazione (dà errore del server) e l’app non è più disponibile nell’App Store.

C’è ancora nel Play Store, con molte recensioni negative che sembrano confermarne la dismissione, anche se non è stato rilasciato nessun comunicato ufficiale.

Avrei dovuto intuirlo, dato che neanche io lo usavo così spesso e da un po’ di tempo erano spariti i cartelli con il QR code negli ipermercati.

Il servizio era senza dubbio interessante e con una certa carica innovativa. Era piuttosto macchinoso da attivare, però poi era abbastanza facile da usare e consentiva di risparmiare davvero tempo.

RIP

Aggiornamento: Coop mi ha confermato via mail la chiusura del servizio e forse ne stanno studiando uno nuovo.

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Informatica Opinioni

Forse l’orologio con Alexa potevamo risparmiarcelo

Oggi navigando su Amazon.it ho notato una cosa.

Sembra che Amazon sia diventata una fabbrica di oggetti connessi. Oggi, infatti, si è aggiunto un altro dispositivo intelligente della famiglia Echo: un orologio da parete.

Un nome molto esplicativo, Echo Wall Clock, per presentare un dispositivo che essenzialmente farà, al modico costo di 29,99 euro, due cose:

  1. segnare l’ora
  2. segnare i minuti che passano per un timer.

Sinceramente, non ne comprendo l’utilità (il quadrante non è neanche retroilluminato), ma mi conferma che molto probabilmente il prossimo prodotto Echo che vedremo sarà un forno a micronde. Ah, aspetta.

Esiste: https://www.amazon.com/AmazonBasics-Microwave-Small-Works-Alexa/dp/B07894S727.

Il loro obbiettivo sembra rendere smart qualsiasi cosa, anche in modo non tanto smart, e sembra che ci stiano riuscendo bene.

Auguri quindi ad Amazon per il nuovo arrivato, spero che qualcuno ne comprenda l’utilità, io non ci sono riuscito.

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Informatica Opinioni Wikimedia

Un applauso ad Axel Voss

Facciamo tutti un applauso al nostro caro amico Axel Voss (su forza, vi voglio sentire forte), che dopo anni di lavoro, ieri è riuscito a far approvare la sua tanto sognata direttiva sul diritto d’autore nel mercato unico digitale europeo!

Gli intenti della riforma non sono così malvagi: aveva lo scopo di riordinare il diritto d’autore in modo uniforme in tutta Europa, che però è stato già mancato perché si tratta di una direttiva e non regolamento, soggetta all’interpretazione dei singoli stati, che cambierà irrimediabilmente qualche cosa (piccola o grande) rispetto ai contenuti iniziali.

Wikipedia si è oscurata ben due volte contro la riforma, ma è servito solo a sensibilizzare l’opinione pubblica, perché il vero problema di questa riforma sono gli articoli 11 e 13 (ora hanno cambiato numerazione, ma non è importante). Wikipedia potrebbe esserne anche esclusa, ma il problema è costituito proprio dal contenuto di questi articoli. 

L’art. 13 parla di censura coff coff filtro preventivo per la verifica delle violazioni di copyright sulle piattaforme che contengono materiali caricati dagli utenti (in pratica è stata fatta per colpire Youtube, ma dato che Youtube questo tipo di filtro ce l’ha già e comunque non ha problemi a procurarsene uno, andrà a colpire solamente i provider più piccoli che non hanno a disposizione questo tipo di sistemi).

L’articolo da cui non si salva nessuno, neanche Wikipedia, è l’11. Non sono ancora riuscito a capire come abbiano fatto a sognarsi un’idiozia del genere, eppure siamo qui a discuterne, purtroppo. L’art. 13 parla di “link tax” e mira, praticamente, a chiedere una tassa ai servizi come Google News, pretendendo un pagamento per i piccoli, brevi estratti degli articoli giornalistici che vengono visualizzati. Ovviamente Google ci guadagna miliardi di miliardi di miliardi di euro su quei brevi snippet. Sono così tanti i soldi che guadagna che ha già chiuso Google News in Spagna (a causa di una legge simile approvata qualche tempo fa dal parlamento spagnolo) e spero che lo chiuda in tutta Europa, in modo che le lobby dell’editoria che hanno voluto questa riforma (perché, non illudiamoci, pressione c’è stata da entrambe le parti) possano raggiungere il loro scopo ed invece di riempirsi le tasche, si ritrovino con il -60% di visualizzazioni dei loro articoli. 

Ciò che spetta ai creatori dei contenuti deve essere assolutamente versato, ma questa è un’esagerazione da cui (al massimo, ma credo proprio no) guadagneranno pochi e guadagneranno poco, per perderci tutti insieme. 

Io ho già i popcorn pronti.


Che poi, dicono mercato unico digitale europeo, ma internet è mondiale…

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Informatica

Su Google+ sventola bandiera bianca

Il 2 aprile 2019 chiuderà Google+ o Google Plus, l’amato-odiato social network di Google. Fino a quella data sarà possibile scaricare tutti i propri dati.

Il 2 aprile 2019, al cimitero dei prodotti Google, tra Google Reader e Google Spaces, passando per Picasa, Helpouts, Google Talks (e forse tutte le app di messagistica in bilico tra spegnimento e non spegnimento), si andrà ad aggiungere il social network Google+.

La sua è stata una lenta agonia: non ha mai raggiunto il successo e credo che molti utenti non abbiano mai aperto la sua applicazione se non proprio per sbaglio. Si stima che la maggior parte degli accessi sia avvenuta proprio per errore, per qualche secondo ed il tempo medio di permanenza è di 3 minuti e 30 secondi, il più basso tra i quelli dei social.

In realtà già si sapeva quello che sarebbe successo. Google aveva annunciato la morte a seguito della scoperta di un bug che teoricamente avrebbe consentito di leggere tutti i dati degli utenti, ma che molto probabilmente non é stato mai utilizzato da nessuno. A Google serviva solo un pretesto per chiudere un social sempre più in declino. 

Si potrebbe dire addirittura che, come gli altri prodotti social di Google, Google+ sia nato già come un mezzo fallimento, considerati i precedenti (qualcuno ricorda Google Buzz, Google Talk……. ecc. ecc. ?).

Chi gli ha dato fiducia può scaricare i suoi dati attraverso il servizio Google Takeouts, che preparerà un comodo zip scaricabile con tutta la nostra attività sul social.

Voglio concludere comunque ringraziando Google+ per aver cercato di portare un social leggermente diverso dagli altri. È stato comunque un tentativo. Ti ricorderemo, forse.