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Informatica

App Salvatempo: ha chiuso davvero?

Video introduttivo del servizio, successivamente esteso a tutta Italia e sopravvissuto (per un po’) con Coop Alleanza 3.0

Ho notato con dispiacere, dopo aver cambiato telefono, che il servizio Salvatempo per smartphone della Coop è stato disattivato o almeno così sembra, dato che non è possibile effettuare l’attivazione (dà errore del server) e l’app non è più disponibile nell’App Store.

C’è ancora nel Play Store, con molte recensioni negative che sembrano confermarne la dismissione, anche se non è stato rilasciato nessun comunicato ufficiale.

Avrei dovuto intuirlo, dato che neanche io lo usavo così spesso e da un po’ di tempo erano spariti i cartelli con il QR code negli ipermercati.

Era piuttosto macchinosa da attivare, però poi era abbastanza facile da usare e consentiva di risparmiare davvero tempo.

RIP

Update: Coop mi ha confermato via mail la chiusura del servizio e forse ne stanno studiando uno nuovo.

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Informatica Opinioni

I bimbi di Amazon

Oggi navigando su Amazon.it ho notato una cosa.

Sembra che Amazon sia diventata una fabbrica di oggetti connessi. Oggi, infatti, si è aggiunto un altro dispositivo intelligente della famiglia Echo: un orologio da parete.

Un nome molto esplicativo, Echo Wall Clock, per presentare un dispositivo che essenzialmente farà, al modico costo di 29,99 euro, due cose:

  1. segnare l’ora
  2. segnare i minuti che passano per un timer.

Sinceramente, non ne comprendo l’utilità (il quadrante non è neanche retroilluminato), ma mi conferma che molto probabilmente il prossimo prodotto Echo che vedremo sarà un forno a micronde. Ah, aspetta.

Esiste: https://www.amazon.com/AmazonBasics-Microwave-Small-Works-Alexa/dp/B07894S727.

Il loro obbiettivo sembra rendere smart qualsiasi cosa, anche in modo non tanto smart, e sembra che ci stiano riuscendo bene.

Auguri quindi ad Amazon per il nuovo arrivato, spero che qualcuno ne comprenda l’utilità, io non ci sono riuscito.

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Informatica Telegram

Un bot Telegram… per contare gli asd

Quando i lol ancora non esistevano, una sola parola indicava una risatina nel gergo dell’internet: asd. Grazie al bot telegram @asdcounterbot, potrete contare i vostri asd e competere con gli altri per vedere chi ne dice di più.

Gli asd, chi non se li ricorda gli asd. Quando i lol ancora non esistevano, una sola parola indicava una risatina nel gergo dell’internet: asd

Come ci spiega Wikipedia, nasce come risatina nei giochi che funzionavano con le quattro lettere della seconda fila della tastiera QWERTY, WASD. Per evitare di staccare le mani dalle tre lettere, è nato l’uso di scrivere asd per comunicare una risata.

La bellezza di questa parola l’abbiamo conservata negli anni, tant’è che ci sono ancora dei nostalgici che la usano. Come testimoniare quest’uso se non creando un bot Telegram dedicato che dimostri quant’è viva e pulsante la comunità di persone che preferisce dire un bell’asd ad un brutto lol?

Ebbene, ho creato la soluzione per voi. Basta inserire il bot Telegram @asdcounterbot per apparire nella classifica globale, godersi il grafico degli asd inviati e se si vuole anche un messaggio ogni asd.

Il bot è nato da un’idea di Valerio Bozzolan, che si può considerare il campione vivente, l’impersonificazione della faccina dell’asd. L’ho sviluppata io, perché lui non ne aveva voglia, tempo o qualsiasi altra cosa, in Ruby on Rails 5, dopo un primo tentativo fallito in PHP. È hostata su Heroku.

Buon divertimento, buon asd. Correte ad aggiungere @asdcounterbot nei vostri gruppi.


Comandi

  • Se siete amanti della privacy e non volete apparire in classifica (in privato o in gruppo): /fuoriclassifica
  • Se volete ricevere un messaggio ad ogni asd invece che uno a mezzanotte (solo nei gruppi): /nightsend
  • Se volete visualizzare il vostro grafico personale o del gruppo (in privato o in un gruppo): /grafico

Nota: a quei tempi, asd non aveva tutti i significati di oggi, o non si conoscevano, quindi andava e va benissimo come risatina.

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Informatica Opinioni Wikimedia

Un applauso ad Axel Voss

Facciamo tutti un applauso al nostro caro amico Axel Voss (su forza, vi voglio sentire forte), che dopo anni di lavoro, ieri è riuscito a far approvare la sua tanto sognata direttiva sul diritto d’autore nel mercato unico digitale europeo!

Gli intenti della riforma non sono così malvagi: aveva lo scopo di riordinare il diritto d’autore in modo uniforme in tutta Europa, che però è stato già mancato perché si tratta di una direttiva e non regolamento, soggetta all’interpretazione dei singoli stati, che cambierà irrimediabilmente qualche cosa (piccola o grande) rispetto ai contenuti iniziali.

Wikipedia si è oscurata ben due volte contro la riforma, ma è servito solo a sensibilizzare l’opinione pubblica, perché il vero problema di questa riforma sono gli articoli 11 e 13 (ora hanno cambiato numerazione, ma non è importante). Wikipedia potrebbe esserne anche esclusa, ma il problema è costituito proprio dal contenuto di questi articoli. 

L’art. 13 parla di censura coff coff filtro preventivo per la verifica delle violazioni di copyright sulle piattaforme che contengono materiali caricati dagli utenti (in pratica è stata fatta per colpire Youtube, ma dato che Youtube questo tipo di filtro ce l’ha già e comunque non ha problemi a procurarsene uno, andrà a colpire solamente i provider più piccoli che non hanno a disposizione questo tipo di sistemi).

L’articolo da cui non si salva nessuno, neanche Wikipedia, è l’11. Non sono ancora riuscito a capire come abbiano fatto a sognarsi un’idiozia del genere, eppure siamo qui a discuterne, purtroppo. L’art. 13 parla di “link tax” e mira, praticamente, a chiedere una tassa ai servizi come Google News, pretendendo un pagamento per i piccoli, brevi estratti degli articoli giornalistici che vengono visualizzati. Ovviamente Google ci guadagna miliardi di miliardi di miliardi di euro su quei brevi snippet. Sono così tanti i soldi che guadagna che ha già chiuso Google News in Spagna (a causa di una legge simile approvata qualche tempo fa dal parlamento spagnolo) e spero che lo chiuda in tutta Europa, in modo che le lobby dell’editoria che hanno voluto questa riforma (perché, non illudiamoci, pressione c’è stata da entrambe le parti) possano raggiungere il loro scopo ed invece di riempirsi le tasche, si ritrovino con il -60% di visualizzazioni dei loro articoli. 

Ciò che spetta ai creatori dei contenuti deve essere assolutamente versato, ma questa è un’esagerazione da cui (al massimo, ma credo proprio no) guadagneranno pochi e guadagneranno poco, per perderci tutti insieme. 

Io ho già i popcorn pronti.


Che poi, dicono mercato unico digitale europeo, ma internet è mondiale…

Grazie a Martin, il mio fidato correttore di bozze <3

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Informatica

Su Google+ sventola bandiera bianca

Il 2 aprile 2019 chiuderà Google+ o Google Plus, l’amato-odiato social network di Google. Fino a quella data sarà possibile scaricare tutti i propri dati.

Il 2 aprile 2019, al cimitero dei prodotti Google, tra Google Reader e Google Spaces, passando per Picasa, Helpouts, Google Talks (e forse tutte le app di messagistica in bilico tra spegnimento e non spegnimento), si andrà ad aggiungere il social network Google+.

La sua è stata una lenta agonia: non ha mai raggiunto il successo e credo che molti utenti non abbiano mai aperto la sua applicazione se non proprio per sbaglio. Si stima che la maggior parte degli accessi sia avvenuta proprio per errore, per qualche secondo ed il tempo medio di permanenza è di 3 minuti e 30 secondi, il più basso tra i quelli dei social.

In realtà già si sapeva quello che sarebbe successo. Google aveva annunciato la morte a seguito della scoperta di un bug che teoricamente avrebbe consentito di leggere tutti i dati degli utenti, ma che molto probabilmente non é stato mai utilizzato da nessuno. A Google serviva solo un pretesto per chiudere un social sempre più in declino. 

Si potrebbe dire addirittura che, come gli altri prodotti social di Google, Google+ sia nato già come un mezzo fallimento, considerati i precedenti (qualcuno ricorda Google Buzz, Google Talk……. ecc. ecc. ?).

Chi gli ha dato fiducia può scaricare i suoi dati attraverso il servizio Google Takeouts, che preparerà un comodo zip scaricabile con tutta la nostra attività sul social.

Voglio concludere comunque ringraziando Google+ per aver cercato di portare un social leggermente diverso dagli altri, ma anche solo per averci almeno tentato. Ti ricorderemo, forse.

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Informatica Opinioni

Una questione di comodità

A cosa serve un display da 7,3 pollici quando ne userai sempre uno da 4,58?

A cosa serve passare da un display più grande ad uno più piccolo se tanto poche  applicazioni delle due miliardi e seicentomila contenute nel Play Store garantiranno fluidità nel passaggio?

Penso che siano queste le due problematiche principali (oltre alle eventuali difficoltà tecniche ed estetiche, come il gap tra i due schermi) del nuovo Galaxy Fold.

Sicuramente Samsung stipulerà accordi per far adattare almeno le app più popolari ed utilizzate, ma alla maggior parte non importerà di sfruttare le caratteristiche del nuovo dispositivo, perché quasi l’intero mercato non ne ha bisogno.

Nella maggior parte dei casi non si penserà neanche di aprire il display (o lo si terrà sempre aperto) per il semplice fatto che non se ne sentirà la necessità. 

Resta un’ultima annosa problematica, il prezzo: perché spendere 1900 euro per avere 7 pollici quando con la metà hai un sei pollici della stessa marca o phablet più grande di un’altra azienda, che non devi aprire e chiudere manco fosse un telefonino a conchiglia? 

In realtà è tutta una questione di comodità, dipende tutto dai gusti e dalle necessità personali, è possibile che ci sia davvero qualcuno che abbia davvero bisogno di un dispositivo più grande rispetto al solito che diventa compatto quando serve metterlo in tasca (anche se sono scettico sul vero spessore che il tutto avrà, dato che il display si curva, non si piega, e serve uno spessore di curvatura). 

Quello che penso è che questa novità abbia bisogno di essere provata e contestualizzata nella vita di tutti i giorni prima di venire osannata. Il mercato saprà giudicare (ed il mercato non perdona).

Piuttosto, il vero interrogativo è: quanti elementi dell’interfaccia andrà a coprire la fotocamera del nuovo Galaxy S10+? 😄

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Informatica

Signori e signore, vi presentiamo i telefonini con la pubblicità integrata

Dopo i Cookie sulla TV non poteva non arrivare questo. Alcuni telefoni economici hanno degli AD nelle schermate di sistema.

Il business model di alcune società è parecchio variegato e tra i settori di business rientra naturalmente la pubblicità, il motore che sino a poco tempo fa faceva girare l’economia del web. Poi hanno incominciato ad esagerare e sono arrivati gli adblocker e sappiamo tutti come sta andando la situazione.

C’è però un tipo di pubblicità che non si può bloccare. Xiaomi ha deciso di includerla nel proprio business model. Purtroppo, è anche grazie a cose del genere che i telefoni costano così poco.

Fonte: Imgur

A quanto pare, la maggior parte delle App di Sistema contiene gli annunci e non c’è niente che si possa fare a parte scegliere un’altra marca o uno Xiaomi edizione con l’OS Google Stock, che non dovrebbe contenere né modifiche né ADS.

Questa condotta commerciale a lungo andare a cosa ci porterà? A popup che appaiono sullo schermo mentre chiamiamo? Certo, si potrebbe sempre cambiare OS, ma c’è anche la possibilità che le aziende, un giorno, decidano di rendere quest’operazione sempre più complicata (molto di più di quanto non lo sia oggi), potrebbero fare tutti come Apple, no? 😀

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Informatica Opinioni

Software libero significa anche libertà di disporre completamente di ciò che si possiede

Windows 10 ha diverse applicazioni integrate tra cui: Cortana”, “OneDrive”, “Xbox”, “Edge”, lo “Store” (anche se già presente da Windows 8) e molte altre

Queste applicazioni sono bloatware. Rimuoverle è difficile e quindi la maggior parte degli utenti le accetta senza proteste, perché non abbiamo modo di fare altro. Non abbiamo idea neanche di come operino precisamente, sappiamo solo che ci sono.

Il Software libero è l’unica alternativa a quest’imposizione. Su una distribuzione Linux si può cambiare interamente l’interfaccia grafica o si può cancellare qualsiasi programma preinstallato solo con il terminale (ma anche file di sistema purtroppo, ciò ci ricorda tristi giorni che sarebbe meglio dimenticare).

Il Software Libero, date le libertà fondamentali che lo definiscono in quanto tale, ci consente per definizione di scavare nel profondo della sua anima e di carpirne ogni oscuro segreto senza problemi.

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Informatica

Ed ora tracciano anche le TV?

Avranno pensato che visto che abbiamo una TV connessa ad internet sarebbe stato un peccato non sfruttare l’occasione. Dunque, andando a visitare il canale numero 9 del digitale terrestre viene fuori questo piccolo, innocente avviso:

Mi è sembrata un’applicazione molto interessante della famigerata cookie law europea (in vigore dal 2014) ed ho deciso quindi di andare a dare una controllatina. Appare quindi la lista dei canali che fanno uso del servizio dell’azienda SmartClip, che consente agli inserzionisti di profilarci molto meglio, proprio come se il canale televisivo una sorta di pagina web.

Eccoli qui, direttamente dalla privacy policy

La stessa azienda offre anche la possibilità di inserire annunci a “comparsa” che si possono anche espandere (come dei normali ads online).

Adesso ci dobbiamo preoccupare anche di chi ci profila tramite la TV e non solo di chi lo fa normalmente (che mi sembra già abbastanza)?

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Informatica

Robot che si aiutano a vicenda

Boston Dynamics è una società del gruppo Google-Alphabet e sviluppa robot per applicazioni militari. Oggi ci ha regalato questa splendida perla:

Questo robot non solo ha imparato come aprire una porta, ma ha addirittura aiutato l’altro robot ad entrare attendendo sulla soglia e mantenendo aperta la porta, proprio come farebbe un essere umano quando vede qualcuno che sta per entrare.

E sono anche abbastanza resistenti!

Ora sono capaci anche di riuscire ad ignorare un intervento fisico di un umano che tenta di ostacolarli o di romperli.

https://twitter.com/bbctech/status/966353809474768896